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Riutilizzo e valorizzazione delle bucce di caffè
Organizzazione |
Controllo Inquinamento Ambientale |
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Localizzazione della buona pratica |
Ancona |
Lingua originale della buona pratica |
Italiano
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Area | |
Settore | |
Altro Settore |
Biologico
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Target Groups |
Aziende di torrefazione caffè, Aziende agro-alimentari, Aziende agricole biologiche, Produttori di mangimi
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Tipo di finanziamento |
Privato
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Livello di Applicazione |
Regionale
Rurale
Aree produttive
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Ambito tematico |
Approccio Integrato per Filiera o Settore
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Durata |
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Motivazione
Lo scopo iniziale è stato l'abbattimento dei costi aziendali per la gestione dei rifiuti. Partendo da questo obiettivo si è considerato che uno scarto derivante da un processo produttivo non sempre è un rifiuto, ma può essere una risorsa ed avere un valore in un modello circolare.
Descrizione
Dal processo produttivo di torrefazione dei chicchi di caffè sono generate, attraverso getti di vapori d’acqua calda, le bucce di caffè, pellicole non contaminate da sostanze pericolose. Inizialmente è stata valutata l’osservanza delle quattro condizioni di cui all’art. 184-bis co.1 del D.Lgs.152/06 e s.m.i., al fine di definire tali scarti come sottoprodotti, ed escluderli dalla gestione come rifiuti ai sensi della parte IV del T.U. Ambientale.
Successivamente sono state ricercate le modalità di riutilizzo, nel rispetto delle buone pratiche industriali. Dopo un’approfondita ricerca è emerso che il riutilizzo più appropriato, sia in base alle quantità prodotte sia in base alla territorialità dell’Azienda, è nelle Aziende Agricole biologiche.
Risultati
L’Azienda Agricola biologica individuata, dopo aver valutato il sottoprodotto per quanto riguarda la presenza di eventuali metalli e pesticidi, riutilizzerà le bucce di caffè per la pacciamatura dell’orto e per la produzione di compost biologico.
Tutto il processo di gestione dei sottoprodotti è supportato da documentazione, redatta nel rispetto del D.Lgs.152/06 e s.m.i. e del DM 264/2016, come: procedura di gestione, contratto tra produttore ed utilizzatore, iscrizione all’elenco dei sottoprodotti della CCIAA e analisi chimica dei sottoprodotti.
Il progetto ha ottenuto il raggiungimento di due obiettivi primari: da una parte l’abbattimento dei costi per la gestione e lo smaltimento dello scarto come rifiuto, dall’altra la valorizzazione dello scarto per il successivo riutilizzo in un’ottica di economia circolare. Questo sistema ha consentito all’Azienda un abbattimento dei costi annuali, per la gestione delle bucce di caffè come rifiuto, pari a circa 3.000 €.
Condizioni per la replicabilità
Una condizione necessaria per la replicabilità del progetto è che le bucce di caffè non siano contaminate da sostanze pericolose per la salute e per l'ambiente, in modo da poter essere riutilizzate, come sottoprodotti, nel ciclo produttivo di un'Azienda che si occupa di agricoltura biologica.
Barriere, criticità, limiti
- Aspetti relativi alla quantità
- Domanda insufficiente
Parole chiave
fertilizzante biologico,
caffè,
aziende agricole,
simbiosi industriale,
sottoprodotti