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RECUPERO SURPLUS ALIMENTARE PER TRASFORMARLO IN NUOVO VALORE
Organizzazione |
biova srl |
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Localizzazione della buona pratica |
torino (Torino)
torino (Torino) |
Lingua originale della buona pratica |
Italiano
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Area | |
Settore | |
Altro Settore |
Alimenti upcycled
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Target Groups |
il progetto è autonomo ma si avvale di collaborazioni con attori della filiera come produttori alimentari e distributori, stakeholder e partner
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Tipo di finanziamento |
Privato
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Livello di Applicazione |
Nazionale
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Ambito tematico |
Approccio Integrato Territoriale
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Durata |
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TRL |
TRL 9 - Sistema reale provato in ambiente operativo (produzione competitiva, commercializzazione)
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Motivazione
Biova srl è una società benefit, certificata B corp che si occupa di lotta allo spreco alimentare tramite l’ideazione, lo sviluppo, commercializzazione e la distribuzione di prodotti alimentari e bevande che seguono la filosofia dell’economia circolare.La Missione di Biova è ridurre lo spreco alimentare al fine di diminuire l’iniquità in ambito alimentare tra i popoli del mondo.Lo facciamo raccogliendo e riutilizzando surplus alimentari attraverso un sistema logistico e di stoccaggio e studiando, sperimentando, producendo e commercializzando prodotti alimentari innovativi. Ci rivolgiamo alle nuove generazioni di consumatori consapevoli e lavoriamo per creare consapevolezza intorno alla cultura del riutilizzo di materie seconde diventando ambasciatori della transizione ecologica.Biova è il primo vero attore nel nascente mercato dell’upcycling alimentare in Italia e vuole essere modello innovativo e di referenza per il settore.
Descrizione
Ogni giorno solo nel nostro Paese vengono buttate oltre 1.300 tonnellate di pane – soprattutto nella grande distribuzione - per un valore stimato di 120.000 euro.
Per far fronte a questi problemi, nel novembre 2019 nasce Biova srl che ha scelto di concentrarsi sul recupero e trasformazione delle eccedenze di pane in birra.
Ad oggi, Biova ha lanciato sul mercato tre tipologie di birra, realizzate da birrifici artigianali a filiera corta utilizzando il pane recuperato. Le ricette sono state sviluppate da mastri birrai e sono di proprietà esclusiva di Biova.
La FAO in uno studio del 2011 invitava a superare gli sprechi alimentari proprio attraverso nuovi sistemi di produzione e distribuzione basati sulla cooperazione tra produttori e sulle filiere corte per evitare sovraproduzione ed efficientamento.
Grazie a Biova, 150 kg di pane invenduto può essere trasformato in 2.500 litri di birra artigianale, con un risparmio di circa il 30% di malto rispetto alle ricette tradizionali.
Risultati
L’impatto ambientale della birra è stimato pari a 57 kg di CO2 per ettolitro e su di esso incidono soprattutto le materie prime, il trasporto e il packaging.
Il solo processo di maltatura dell’orzo incide per il 33,5% sull’impatto complessivo della produzione e distribuzione della birra.
Grazie alla riduzione del malto nella produzione di birra è quindi possibile ridurre l’impatto ambientale della produzione di questa bevanda.
Biova collabora con i produttori e rivenditori (panetterie etc.) per il recupero del pane invenduto che non viene riutilizzato con altri metodi (es. pangrattato o donazione a enti non profit), dopodiché lo avvia alla trasformazione in birra.
Al fine di rispondere a criteri di sostenibilità, la produzione della birra Biova segue una filiera corta: dalle panetterie, il pane viene inviato a birrifici artigianali prossimi al luogo di recupero e poi distribuito su territorio italiano attraverso piccoli retailer, GDO e un e-commerce.
Condizioni per la replicabilità
Il cuore di biova è la surplus treatment unit,unità innovativa di recupero e gestione dello scarto. la scalabilità nazionale internazionale è data dalla possibilità di replicare questa unita almeno altre 4 volte in italia
Barriere, criticità, limiti
- Accesso ai finanziamenti
Parole chiave
Upcycling food,
alimentare,
Economia circolare,
birra,
surplus