Buone Pratiche di Economia Circolare
In questa sezione è presente una panoramica delle Buone Pratiche di Economia Circolare, sviluppate dagli stakeholder del territorio nazionale (aziende, associazioni, istituzioni), impegnati in percorsi orientati alla chiusura dei cicli ed alla prevenzione e valorizzazione delle risorse ad ogni livello della catena del valore, nella realizzazione di nuovi modelli di business e progettazione nei sistemi industriali, urbani e territoriali. Ciò al fine di favorire la conoscenza e la diffusione delle eccellenze ed il modo italiano di fare economia circolare, “the Italian way for circular economy”, e promuovere una proficua replicabilità/adattamento dei casi di successo già numerosi nel nostro Paese.
Il database ICESP delle buone pratiche (BP) si alimenta e aggiorna grazie alla collaborazione di tutti i partecipanti ICESP che condividono la propria esperienza, compilando le schede di buone pratiche di economia circolare.
Per facilitare la sottomissione delle BP, in particolare capire quali siano le informazioni da fornire, verificare che una soluzione operativa, una prassi adottata, e/o una soluzione di business sia effettivamente una BP di economia circolare, è stata realizzata una linea guida di supporto:
Scarica la linea guida delle Buone Pratiche
È possibile effettuare ricerca di BP tramite filtri, scaricare la scheda delle BP e richiedere informazioni alle organizzazioni proponenti o a ICESP (info@icesp.it).

La nostra materia prima è il legno, che proviene dagli scarti di un'azienda che da oltre 40 anni produce pallet. Oltre alla sede dove abbiamo gli uffici, abbiamo anche una falegnameria attrezzata con macchinari adeguati allo svolgimento di questa attività ove vi lavorano falegnami e designer.
Il design e l’upcycling, in armonia, propongono oggetti utili per ogni occasione e soluzioni d’arredo che valorizzano il legno in eccedenza da lavorazioni industriali.

Il legno, l’acciaio ed altre fibre tessili quali il cocco o la lana, vengono riciclate attraverso processi convenzionali o vendute per varie applicazioni.
I restanti scarti tessili, il poliuretano ed il lattice invece vengono trasferiti all’interno della linea Cormatex, per essere convertiti in nuove componenti di materassi. Gli scarti tessili vengono processati da una linea di sfilacciatura che riporta il tessuto in fibra, mentre la parte relativa al lattice ed alla schiuma di poliuretano viene processata con due granulatori. I materiali così lavorati, uniti ad una fibra bicomponente, vengono mischiati e successivamente processati dall'airlay Cormatex Lap Formair V per la formazione del pannello riciclato. Il forno a valle dell'airlay, attiva le fibre bicomponente che coesionano il materasso in uscita.

1. ritiro hardware;
2. scomposizione delle parti;
3. analisi dei materiali;
4. creazione nuovo prodotto.
L'interesse dell'azienda non sta nell'estrazione dei materiali preziosi e delle cosiddette "terre rare", bensì nel coinvolgere studenti universitari nei progetti di ricerca&sviluppo e a creare in futuro, come concretizzazione dell'ultima fase WEEKO, nuovi prodotti d'arredamento nati da materie di scarto, ai quali viene data nuova vita. Caro all'azienda è l'aspetto del coinvolgimento sociale, come da adesione agli obiettivi 1 e 4 dell'Agenda 2030, sull'abbattimento della povertà e sull'accesso ad una migliore istruzione per tutti. Da questa necessità sono stati inseriti assessorato regionale ed enti no-profit, principalmente cooperative sociali, all'interno del progetto, come parte integrante e attiva dello stesso.

I prodotti che si ottengono a fine ciclo sono un liquido distillato e una biomassa disidratata, senza generazione di scarto nonché senza uso di additivi, acceleranti e consumabili. La tecnologia brevettata "Biovacuum" ha raggiunto il livello TRL8 ed è in fase di industrializzazione una macchina con capacità di 10kg.






A Cava de' Tirreni il progetto pilota è stato avviato installando degli Smart Bin per la raccolta di RAEE del Raggruppamento R4, pile portatili e lampadine a fine vita.


risorse secondo un approccio di economia circolare.
La diagnosi permette di effettuare un’analisi integrata del sistema di gestione delle risorse (materiali, acqua, servizi, capacità) al fine di
ottenere un efficientamento interno (ottimizzazione e valorizzazione a livello aziendale) ed esterno (valutazione di approcci cooperativi
e di trasferimento e condivisione di risorse, implementazione di percorsi di simbiosi industriale sul territorio).
La conoscenza e la mappatura delle risorse, immesse in input ed emesse in output, nonché la loro ripartizione lunga la catena dei
processi, consentono di identificare soluzioni di efficientamento interno e permettono di individuare possibili sinergie in input ed in
output con interlocutori esterni.
La metodologia prende in considerazione parametri qualitativi, quantitativi ed economici.

Abbiamo sviluppato un modello che consente ai brand di allungare il ciclo di vita dei prodotti, ottimizzare il riciclo e sostenere il canale second-hand, dunque di rendersi più sostenibili.
Riceviamo capi resi, invenduti, usati o noleggiati, facciamo controllo qualità e selezioniamo capi riparabili e non riparabili. I capi non riparabili vengono inviati presso partner specializzati in riciclo e upcycling, mentre i capi riparabili vengono ricondizionati e rivenduti online come second-hand.
Svolgiamo tutte queste attività nel nostro magazzino e con nostro sistema affinché il modello sia profittevole, sostenibile e scalabile.
Il processo è esso stesso sostenibile, verificato da auditors esterni: utilizza prodotti a basso impatto ambientale ed è condotto in una struttura attenta alle norme sulla sicurezza, nel rispetto delle leggi sul lavoro.


L'accesso ai mezzi di trasporto migliora il benessere delle persone, offrendo loro libertà di movimento, maggiori possibilità ed eliminando le disuguaglianze sociali. Proprietari, sia privati che commerciali, possono ridurre significativamente i costi dei loro veicoli e rendere conveniente la proprietà. Gli autonoleggi e i concessionari hanno la possibilità di passare da un modello commerciale obsoleto a uno moderno e vantaggioso. Meno veicoli circolano nelle città e ognuno di essi viene sfruttato di più, aumentando così l'utilizzo medio effettivo e favorendo un rapido ricambio delle vecchie auto con altre più nuove e meno inquinanti, con riduzione dell'inquinamento e degli ingorghi, riducendo necessità di spazi urbani per i parcheggi.
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