Buone Pratiche di Economia Circolare
In questa sezione è presente una panoramica delle Buone Pratiche di Economia Circolare, sviluppate dagli stakeholder del territorio nazionale (aziende, associazioni, istituzioni), impegnati in percorsi orientati alla chiusura dei cicli ed alla prevenzione e valorizzazione delle risorse ad ogni livello della catena del valore, nella realizzazione di nuovi modelli di business e progettazione nei sistemi industriali, urbani e territoriali. Ciò al fine di favorire la conoscenza e la diffusione delle eccellenze ed il modo italiano di fare economia circolare, “the Italian way for circular economy”, e promuovere una proficua replicabilità/adattamento dei casi di successo già numerosi nel nostro Paese.
Il database ICESP delle buone pratiche (BP) si alimenta e aggiorna grazie alla collaborazione di tutti i partecipanti ICESP che condividono la propria esperienza, compilando le schede di buone pratiche di economia circolare.
Per facilitare la sottomissione delle BP, in particolare capire quali siano le informazioni da fornire, verificare che una soluzione operativa, una prassi adottata, e/o una soluzione di business sia effettivamente una BP di economia circolare, è stata realizzata una linea guida di supporto:
Scarica la linea guida delle Buone Pratiche
È possibile effettuare ricerca di BP tramite filtri, scaricare la scheda delle BP e richiedere informazioni alle organizzazioni proponenti o a ICESP (info@icesp.it).
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Si tratta di PC che, a differenza di quelli cosi detti "commerciali" (per il mercato consumer), sono molto più prestanti, solidi, riparabili e upgradabili e avevano, in origine, un prezzo molto più alto dei computer consumer.
Si tratta inoltre di apparecchiature che le grandi aziende cambiano molto più velocemente di quanto non lo facciano privati e piccoli organizzazioni, pertanto hanno un valore di uso residuo, misurabile sia in valore economico che in anni residui di vita utile, ancora molto significativo.
Questi prodotti, quando ricondizionati (test completo, eventuale riparazione, aumento di Ram, sostituzione di disco e reinstallazione) vengono poi venduti a piccole e medie aziende, organizzazioni no profit, piccoli enti pubblici e privati.
Si tratta di un alternativa a prodotti di fascia economica per il mercato consumer oppure, in alcuni casi, a prodotti di fascia professionale altrimenti inaccessibili per molti.

Un prototipo di questo macchinario è stato inserito all’interno dell’impianto pilota denominato ROMEO (Recovery Of MEtal by hydrOmetallurgy) per
verificare i parametri di processo nell’ottica del trasferimento della tecnologia all’industria.


La pratica si pone in linea con i dettami del Reg. (EU) 2020/741 che stabilisce le prescrizioni minime per il riutilizzo dell’acqua ai fini irrigui in agricoltura.



Il processo coinvolge solo i sottoprodotti non edibili, derivanti dalla lavorazione di olive provenienti da una coltura autoctona pugliese (varietà Coratina), all’interno di una filiera biologica e tracciata.
Il processo utilizza moderni strumenti di produzione e sfrutta i principi della bioeconomia circolare, così da recuperare e trattare le acque con processi soft a basso impatto ambientale. La produzione di un kg di SelectSIEVE® OptiChol consente di valorizzare circa 155 kg di acqua, che, dopo l’estrazione delle molecole attive, può essere riutilizzata nei processi produttivi o inviata in fognatura come acqua pulita. La frazione solida restante, viene invece inviata a un biodigestore per la produzione di energia.

By-products da produzione di succhi e concentrati per l’industria del beverage sono la base per l’estrazione di ingredienti cosmetici, come acque biologicamente attive e ricche delle caratteristiche fitochimiche del frutto nativo, come "oligoelementi" e molecole che possono ancora funzionare come preziosi principi attivi per la pelle, creando, così, un’offerta etica per la salvaguardia dell’ambiente, poiché l’utilizzo prevede un minor consumo di acqua potabile.

La nostra materia prima è il legno, che proviene dagli scarti di un'azienda che da oltre 40 anni produce pallet. Oltre alla sede dove abbiamo gli uffici, abbiamo anche una falegnameria attrezzata con macchinari adeguati allo svolgimento di questa attività ove vi lavorano falegnami e designer.
Il design e l’upcycling, in armonia, propongono oggetti utili per ogni occasione e soluzioni d’arredo che valorizzano il legno in eccedenza da lavorazioni industriali.

Il legno, l’acciaio ed altre fibre tessili quali il cocco o la lana, vengono riciclate attraverso processi convenzionali o vendute per varie applicazioni.
I restanti scarti tessili, il poliuretano ed il lattice invece vengono trasferiti all’interno della linea Cormatex, per essere convertiti in nuove componenti di materassi. Gli scarti tessili vengono processati da una linea di sfilacciatura che riporta il tessuto in fibra, mentre la parte relativa al lattice ed alla schiuma di poliuretano viene processata con due granulatori. I materiali così lavorati, uniti ad una fibra bicomponente, vengono mischiati e successivamente processati dall'airlay Cormatex Lap Formair V per la formazione del pannello riciclato. Il forno a valle dell'airlay, attiva le fibre bicomponente che coesionano il materasso in uscita.
Il primo step ad umido serve a rimuove le impurità e a separare le due principali famiglie (poliolefine e il mix di ABS/PS). Inoltre è nel primo step che si elimina anche la plastica contente i bromurati e le sostanze vietate dalla ROHS.
Il secondo step invece sfrutta l'elettrostaticità per separare PS e ABS.
Finita la separazione l'impianto può già ottenere End of Waste, oppure le scaglie possono essere estruse per ottenere i pellet di plastica riciclata.
Questa separazione è possibile grazie ad un controllo qualità effettuato in linea con un laboratorio interno, in grado anche di certificare il materiale in uscita.

1. ritiro hardware;
2. scomposizione delle parti;
3. analisi dei materiali;
4. creazione nuovo prodotto.
L'interesse dell'azienda non sta nell'estrazione dei materiali preziosi e delle cosiddette "terre rare", bensì nel coinvolgere studenti universitari nei progetti di ricerca&sviluppo e a creare in futuro, come concretizzazione dell'ultima fase WEEKO, nuovi prodotti d'arredamento nati da materie di scarto, ai quali viene data nuova vita. Caro all'azienda è l'aspetto del coinvolgimento sociale, come da adesione agli obiettivi 1 e 4 dell'Agenda 2030, sull'abbattimento della povertà e sull'accesso ad una migliore istruzione per tutti. Da questa necessità sono stati inseriti assessorato regionale ed enti no-profit, principalmente cooperative sociali, all'interno del progetto, come parte integrante e attiva dello stesso.

- un sottoprodotto asciutto integro e stabile che mantiene alte le proprietà della biomassa processata, sia nei valori nutrizionali che nella potenziale resa energetica;
- un liquido di condensa integrale costituito in larghissima parte da acqua ed ulteriori frazioni organiche volatili dello scarto trattato.
Il processo non utilizza lubrificanti e/o acceleranti e non prevede l’inserimento di additivi di alcun tipo né acqua o altri materiali. L’intero carico viene trattato e frazionato nei due sottoprodotti senza dispersioni, con un rapporto finale massa/liquido variabile in base al tipo di biomassa processata.
