Buone Pratiche di Economia Circolare
In questa sezione è presente una panoramica delle Buone Pratiche di Economia Circolare, sviluppate dagli stakeholder del territorio nazionale (aziende, associazioni, istituzioni), impegnati in percorsi orientati alla chiusura dei cicli ed alla prevenzione e valorizzazione delle risorse ad ogni livello della catena del valore, nella realizzazione di nuovi modelli di business e progettazione nei sistemi industriali, urbani e territoriali. Ciò al fine di favorire la conoscenza e la diffusione delle eccellenze ed il modo italiano di fare economia circolare, “the Italian way for circular economy”, e promuovere una proficua replicabilità/adattamento dei casi di successo già numerosi nel nostro Paese.
Il database ICESP delle buone pratiche (BP) si alimenta e aggiorna grazie alla collaborazione di tutti i partecipanti ICESP che condividono la propria esperienza, compilando le schede di buone pratiche di economia circolare.
Per facilitare la sottomissione delle BP, in particolare capire quali siano le informazioni da fornire, verificare che una soluzione operativa, una prassi adottata, e/o una soluzione di business sia effettivamente una BP di economia circolare, è stata realizzata una linea guida di supporto:
Scarica la linea guida delle Buone Pratiche
È possibile effettuare ricerca di BP tramite filtri, scaricare la scheda delle BP e richiedere informazioni alle organizzazioni proponenti o a ICESP (info@icesp.it).
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In ottica di economia circolare i residui di agrumi, uva, ciliegie, lavanda, mais, olive, caffè, kiwi, nocciole e mandorle sono le materie prime naturali che, salvate dalla discarica, vengono utilizzati per la produzione di queste esclusive carte dall’aspetto tattile inusuale.
Crush è certificata FSC, realizzata con EKOenergia, senza OGM e contiene 40% di riciclato post consumo. Il prodotto ed il processo produttivo
sono protetti da brevetto europeo.
Utilizzando scarti agro-industriali e EKOenergia, la carbon footprint è ridotta del 20%.


Con la chiusura del circuito questo business model è sicuramente più remunerativo e più sostenibile. La produzione è supportata da un sistema fotovoltaico. La plastica vergine costa 1,68 € al kg, quella rigenerata 0,95€.

T12 lab realizza progetti di rigenerazione urbana e spazio pubblico che sviluppano il dialogo non verbale, l’esperienza fisica, che invitano al superamento delle barriere fisiche e mentali, applicando metodologie sperimentali. T12 lab collabora, nei luoghi dove interviene, con Laboratorio Silenzio (formato da attori sordi e udenti) creando azioni performative itineranti aperte ai cittadini e in silenzio.



La nostra impresa vuole creare opportunità lavorative per i rifugiati e le persone vulnerabili protagoniste del nostro progetto, lavorando sui temi dell'economia circolare, trasformando materiali di scarto in prodotti di qualità. e valorizzando le differenti competenze e talenti artigianali.
Abbiamo un laboratorio di produzione a Segromigno in Monte (LU) suddiviso in tre aree: sartoria, stamperia/serigrafia e falegnameria.

L’obiettivo generale è sperimentare un sistema di gestione sostenibile delle compostiere di comunità. Gli impianti industriali di compostaggio sono spesso lontani e assistiamo a lunghi e costosi viaggi di acqua di cui la frazione organica è principalmente composta. Solo negli ultimi decenni sono stati messi a punto i meccanismi relativi ai vari processi biochimici e microbiologici che regolano la produzione del compost e metodi per standardizzare l’intero processo. Questa forma “a piccola scala” di trattamento e riutilizzo del rifiuto organico è ancora in fase di sperimentazione e perfezionamento; in Puglia, al momento il solo impianto funzionante è quello di Melpignano.



Il materiale inerte riciclato è proveniente da attività di demolizione controllate di calcestruzzo.
In questo modo si crea una perfetto flusso circolare di recupero e riuso del materiale stesso.

Il materiale inerte riciclato è proveniente da attività di demolizione controllate di calcestruzzo ed un processo di trattamento selezione in impianto "ad hoc".
In questo modo si crea una perfetto flusso circolare di recupero e riuso del materiale stesso.


Per dare più valore alle donazioni di vestiti usati fatte dai cittadini, HUMANA ha creato una rete
di negozi solidali: attualmente sono 9, nelle città di Milano, Roma e Torino. I vestiti e gli accessori raccolti attraverso i contenitori HUMANA, entrano nella filiera dell’organizzazione e valorizzati a seconda delle caratteristiche specifiche di ciascun capo. Una parte di questi è venduta al dettaglio per essere indossati nuovamente, contribuendo così ad allungarne il ciclo di vita. La vendita al dettaglio consente, inoltre, di ottenere fondi per sostenere progetti socio-ambientali nel Sud del mondo e in Italia.

Acquisti Solidali: per contribuire all’economia solidale di Emmaus si può donare l'usato in buone condizioni, ma soprattutto acquistare presso il Mercato dell’Usato.
Il consumo consapevole da parte dei cittadini premia gli esempi di buona gestione degli scarti e del riuso. Comprando al Mercato dell’Usato Emmaus potrà aiutare ad accogliere nuove persone in difficoltà e rafforzare un esempio di economia ecologica di solidarietà.