Biovacuum: Tecnologia di prossimità / prosuming per produrre sottoprodotti dallo scarto alimentare

Organizzazione

NEST s.r.l.
Impresa
NEST s.r.l.

Localizzazione della buona pratica

Fabriano (Ancona)
Marche
Italia

Lingua originale della buona pratica
Italiano
Area
Settore
Target Groups
"Biovacuum" è una tecnologia di prossimità destinata al trattamento del rifiuto organico nel punto in cui si genera. I fruitori sono il privato (dal monofamiliare al condominiale), il commercio (dai punti vendita di frutta, verdura e carne alla somministrazione di cibo, che siano di prossimità o nella grande distribuzione) e le MPMI della filiera alimentare.
Tipo di finanziamento
Privato
Livello di Applicazione
Unione Europea
Nazionale
Regionale
Città
Quartieri
Filiera
Ambito tematico
Approccio Integrato per Filiera o Settore
Durata
Motivazione

La frazione organica derivante da rifiuti di cucine e mense (68,4% pari a 4.907.665 ton su un totale FORSU di 7.174.900 ton) è, in peso, la categoria di rifiuto da raccolta differenziata più importante, cioè il 26,9% sul totale di 18.245.900 ton di RD (Fig.1, fonte rapporto ISPRA sui rifiuti 2021). Il flusso di recupero e smaltimento di questo rifiuto è affidato al compostaggio e alle tecnologie di digestione da cui, comunque, un residuo va in discarica; ciò contribuisce ad impedire il raggiungimento del target 2035 sul conferimento in discarica < 10%. Inoltre, le risorse che si ottengono dagli impianti di recupero sono compost e biogas/biometano; quest’ultima risorsa, di tipo energetico, non contribuisce al target 2035 > 65% sul recupero di materie prime seconde (Fig. 2, fonte ARERA - Atti Ecomondo 2021). Il progetto ha voluto ricercare e sviluppare una soluzione che potesse offrire una soluzione tecnologica per contribuire al raggiungimento dei target 2035 e migliorare la filiera. 

Descrizione

La frazione organica derivante da rifiuti di cucine e mense è sottoposta ad un processo che combina due forze naturali (pressione e temperatura) in una vasca dove, contemporaneamente, lavorano attuatori del vuoto, di induzione, di condensazione, di rotazione e di ventilazione. Nella macchina la frazione organica derivante da rifiuti di cucine e mense viene inserita tal quale in un contenitore in cui il processo induce la separazione della frazione liquida dalle fibre della biomassa (vegetali, animali e biodegradabili). Ciò consente ad un serbatoio ausiliario di raccogliere tutto il liquido distillato dal processo e lasciare nel contenitore la biomassa disidratata.
I prodotti che si ottengono a fine ciclo sono un liquido distillato e una biomassa disidratata, senza generazione di scarto nonché senza uso di additivi, acceleranti e consumabili. La tecnologia brevettata "Biovacuum" ha raggiunto il livello TRL8 ed è in fase di industrializzazione una macchina con capacità di 10kg.

Risultati

Il progetto “Biovacuum” propone un modello di sviluppo della gestione e valorizzazione della frazione organica partendo dalla risoluzione del problema più a monte: la biostabilizzazione. L'uso di una tecnologia di prossimità diffusa con ricadute sia in termini di efficientamento della raccolta (non più sacchetti dell’umido in putrescenza), in termini di trattamento e recupero (non più scarsa qualità della FORSU unita a scarsità/obsolescenza degli impianti) nonché in termini di produzione di risorse (non più conferimento in discarica e massimizzazione della produzione di materie prime seconde) produce vantaggi per la rinascita/crescita di un comparto della produzione di piccoli, medi e grandi apparecchi, vanto del know-how italiano che, con una strategia lungimirante, possono diventare anche uno standard europeo per la gestione della frazione organica derivante da rifiuti di cucine e mense.

Condizioni per la replicabilità

La tecnologia "Biovacuum" è compatta e industrializzabile su taglie di prodotto ottimizzabili in base ai criteri applicativi.
Ciò ne fa una tecnologia scalabile e replicabile a livello industriale, per cui il suo livello di applicazione può essere implementato senza limiti sia su scala territoriale che sociale.
A tal riguardo, "Biovacuum" è una tecnologia no-barrier, quindi potrebbe indurre a strategie politiche per imporre standard ambiziosi già a livello europeo.
L'attuale macchina ingegnerizzata a livello TRL8 è in fase di certificazione e un lotto pilota è in fase di produzione per un field test affidabilistico, di performance e indagine di mercato sui sottoprodotti (liquido e biomassa)

Barriere, criticità, limiti
  • Cambiamento comportamentale
  • Cooperazione con le autorità
  • Investimenti iniziali alti
  • Riconoscimento dello status di sottoprodotto
Parole chiave
by-products, bio-based industry, simbiosi industriale, circular business models